«Ora questa mia gioia è piena: Lui deve crescere; io, invece, diminuire» (Gv 3,30).
Nella prima domenica di settembre la liturgia Ambrosiana ci presenta la figura profetica di Giovanni il battista, ci addita la sua libertà interiore, che consiste nella capacità di leggere la propria Missione, promettente e di successo, al servizio di Gesù che da poco è entrato di scena. Prima viene Gesù e tutto quello che il profeta dice e fa è in vista di Cristo.
Cari Parrocchiani mi soffermo con voi su questa frase così importante di Giovanni il Battista, una frase che vorrei rimanesse nel cuore di ogni credente e nel mio cuore. Si tratta di un’affermazione centrale, sintesi di ogni vero cammino spirituale di fede. Giovanni non è solo il precursore e il battezzatore di Gesù, ma è stato anche l’occhio e soprattutto il cuore attento al Cristo veniente e, proprio perché attento, ha saputo scorgere quella venuta, farle spazio e gioirne. Di questo ci parla il vangelo di questa domenica, svelandoci qualcosa della via da lui percorsa per giungere a quella gioia. La via del decentramento da sé, dal proprio “io”, capace di fare spazio a Cristo. Il Battista ha saputo cogliere la presenza di Gesù, lo ha saputo discernere, e ne ha saputo gioire, perché è stato capace di farsi da parte, di sgombrare il campo all’occupante più insidioso del cuore: il proprio “io”. Questo è l’atteggiamento che più caratterizza il Battista del quarto vangelo: uno che non attira l’attenzione su di sé, ma su Cristo, giungendo così a sperimentare la vera gioia.
Si tratta, inoltre, di un grande insegnamento su come vivere il servizio Ecclesiale: Cristo deve crescere e il mio “Io” deve progressivamente diminuire. Giovanni è disposto a farsi da parte e lasciare spazio a Gesù Cristo: Questa posizione descrive la dinamica decisiva che dovremmo incontrare nella vita della Chiesa e della comunità cristiana consapevole del suo ruolo: mostrare Cristo e facilitare l’incontro di ciascuno con l’Amore vivo di Gesù! Saremo un segno efficace se additiamo Gesù Cristo come pienezza e senso di vita alle persone del nostro quartiere e a tutti coloro che Dio ci dona d’incontrare! Nel tempo di ripresa del nuovo anno pastorale, dopo il periodo estivo, ci lasciamo illuminare e guidare da questa frase del vangelo che è segno di verità e di umiltà, di consapevolezza della propria vocazione e dei limiti che essa comporta. Una vera e propria lezione soprattutto per chi svolge un Ministero nella Chiesa, un servizio ecclesiale, ma anche per genitori ed educatori, per guide e maestri: la loro missione non è quella di mettere se stessi al centro ma aiutare le persone affidate alla propria cura pastorale e educativa, ad incontrare la bellezza liberante di Gesù Cristo! Aiutare gli altri ad incontrare Gesù e porlo al centro della propria esperienza.
Proprio come ricordava il Cardinale Carlo Maria Martini: “uno serve per far incontrare Cristo bene, poi si deve tirare indietro. Lo scopo è far arrivare a Cristo”. Troviamo in questa pericope del vangelo l’invito ad accogliere la gioia del diminuire nella bellezza dell’umiltà e del servizio. Anche il nostro Arcivescovo nella sua nuova lettera pastorale indirizzata a tutta la diocesi ci ricorda che il diminuire di cui ci parla questa domenica il vangelo, consiste anche nello “smantellamento della nostra superbia …questo ci dona anche la chiarezza e il coraggio di dire “basta” a quanto fa dimenticare il dono del Signore o a quanto lo contrasta esplicitamente”. (Tratto da M. Delpini “Basta. L’amore che salva e il male insopportabile”). Buon cammino a tutti e buona ripresa delle attività ordinarie dopo la pausa estiva.