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Che cosa cercate?

Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: “Che cercate?”. Finire di ascoltare una testimonianza con una domanda che ti ronza nella testa non è così consueto, di solito succede il contrario, si cercano conferme e ispirazioni per il proprio percorso di fede e di vita nelle storie degli altri. Eppure, nei giorni successivi all’ascolto della vita di Laura e della sua “Famiglia missionaria a km 0”, mi è continuata a venire in mente questa frase di Gesù.

La testimonianza di Laura

Un passo indietro. Nell’ultimo incontro di Amici in cammino (sempre aperto a chiunque volesse condividere questo percorso) abbiamo ascoltato la storia di Laura e di suo marito Pier, che purtroppo non è potuto essere presente, i malevoli vociferano di una di quelle febbri leggendarie dei mariti da 37.5. Laura, tornando seri, ci ha accompagnato nella storia della loro vita pescando da un sacchetto alcuni oggetti simbolo di alcuni snodi del loro percorso. É in questo modo che abbiamo scoperto della loro vocazione alla missione, della fatica di avere un figlio e della scelta di non provare con la PMA, dell’arrivo della primogenita Benedetta con qualche problema di salute (poi risolto) che li costringe a rinunciare alla voglia di partire in missione con il PIME, della scelta di vivere in una casa famiglia che accoglieva giovani madri, dell’arrivo di un secondo figlio in affido, Omar, della preparazione al trasloco nella Parrocchia dell’Annunciazione in via Scialoia ad Affori e del concomitante arrivo della terza figlia, in affido, Evelyn, che sconvolge meravigliosamente i piani diventando la chiave di volta del loro ingresso in una comunità che non conoscevano. Questa famiglia “missionaria km0” ha infatti ricevuto l’incarico d’insediarsi nella Parrocchia di via Scialoia per accompagnare Don Tommaso nel suo ruolo.

Alcuni spunti dalla testimonianza

Quattro immagini per tornare alla domanda. Don Tommaso che accompagna a scuola la piccola Evelyn in una di quelle mattinate in cui in famiglia si fa fatica a capire come cavarsela. La scelta di affidarsi con umiltà a un’amica che, arrivato Omar, consiglia a Laura e Pier, dopo un periodo di assestamento, di partire per qualche giorno da soli con Benedetta per dedicarle del tempo, nonostante in un primo tempo gli fosse sembrata una cosa sbagliata. La mamma di Laura che l’ha abituata a ospitare persone in casa per Natale e Pasqua che non avevano da chi andare, e alla sua domanda “Ma dobbiamo ospitarli per forza?” le rispondeva: “Non per forza, ma per amore”. La tavoletta di cioccolato portata per sottolineare l’importanza degli amici e della condivisione girata fra tutti durante la testimonianza.

Che cercate?

Restituire l’intensità di questo incontro è complicato, ho provato a farlo con una sintesi maldestra della vita intensa di questa bella famiglia e con quattro immagini che mi sono rimaste nel cuore. Posso però soprattutto farlo riprendendo la domanda che mi è tornata in mente dal giorno dell’incontro e che non vuole uscire dalla mia testa:”Che cercate?”. Perché ascoltando Laura viene proprio da desiderare una vita in cui ci è capaci di affidarsi a Dio, senza far finta che non esistano momenti complicati, ma provando specialmente in quei frangenti a cercare le luci che vengono disseminate nelle nostre vite e che fatichiamo a vedere. Luci che spesso sono rappresentate dagli altri. Da coloro che ci vengono affidati. Basterebbe “solo” essere umili e docili nel seguire lo spartito preparato per noi, che è sempre una sinfonia che chiede di aprirci, di andare oltre noi stessi, e di provare a donarci agli altri. Non è un caso che, proprio a partire da quella domanda di Gesù, inizia la storia di Pietro, colui su cui si fonda la Chiesa, una compagnia di uomini e donne pronti a cercare Dio, ogni giorno, insieme, nelle loro vite.

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