La Liturgia Ambrosiana, nella Domenica di Pasqua ci offre questa pagina delicatissima del Vangelo di Giovanni. Tutta la scena è ambientata nel giardino dove Gesù è stato sepolto. Qui ci viene presentata Maria di Magdala affranta dal dolore per la perdita di Gesù e sconvolta dalla drammatica situazione appena vissuta di sconforto e delusione che la Passione di Cristo ha generato dentro di lei. Si reca al sepolcro per incontrare di nuovo colui che la morte ha rapito. Ci sono momenti nella vita in cui tutto si sgretola. Sembra che sia finito tutto. Morte, disastri, dolori, delusioni, tradimenti! Tante cose che possono farci mancare la terra sotto i piedi e che possono spingerci verso una crisi profonda, ma Maria di Magdala non si arrende, cerca, va oltre nonostante il fraintendimento che il vangelo ci svela.
L’esperienza più decisiva della vita spirituale è abitare il vuoto che tante volte si affaccia dentro il nostro cuore. Abitarlo con l’ostinazione dell’amore. Abitarlo come la Maddalena. Ma non basta l’amore e il desiderio di questa donna, serve che accada qualcosa di imprevisto. È qui che entra in scena Gesù: “Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?»”. Già un’altra volta Gesù aveva fatto la stessa domanda. Era nel Getsemani e all’arrivo delle guardie domanda proprio “Chi cercate?”.
L’esperienza di fede è l’esperienza di lasciarci raggiungere da questa grande domanda: chi cerchi veramente? Infatti si può ricercare la fede solo come un modo per trovare noi stessi. Ma la fede vera è quando ti accorgi che esiste qualcosa di più interessante di te stesso, e questo è il mistero di Dio. La Maddalena non sta pensando a sé, sta pensando a Gesù e proprio per questo Gesù può parlarle rivelandole chi è veramente. E non servono effetti speciali, basta solo che Egli pronunci il suo nome: “Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!»”.
Riscopriremo davvero la forza rigenerante della Pasqua di Cristo solo quando avremo fatto esperienza di sentirci amati e accompagnati dalla Sua tenerezza che ci chiama per nome, che accompagna i nostri scenari di dolore e fallimento! Maria di Magdala si fida con stupore di questa tenerezza e diventa la prima di una serie di discepoli che non comprendono sempre fino in fondo il senso di ciò che vivono, ma accettano di vivere pienamente e fino in fondo ogni giornata della vita, per scoprirne con stupore il senso: essere amati, stare nel cuore di Dio!
Come dice un autore spirituale: “Credere è scoprire che dentro le nostre domande c’è qualcuno che ci sta chiamando per nome. Quando senti pronunciare il tuo nome lì dove pensavi che eri perduto, allora hai scoperto che è Pasqua.”
Buona Pasqua 2025 a tutti
Il vostro parroco, don Giovanni